Sono sei i requisiti che deve possedere un avvocato per rimanere iscritto all’albo. A fissarli è stata la commissione giustizia della Camera, secondo cui questi contribuirebbero a “migliorare il funzionamento concorrenziale e la competitività del sistema economico, estromettendo dal mercato i professionisti che esercitano l’attività in modo sporadico e non adeguatamente organizzato, senza un sufficiente livello di professionalità”. Cosa fondamentale, e perno della riforma forense, è che la permanenza dell’iscrizione all’albo degli avvocati sia imprescindibilmente subordinata all’esercizio della professione in modo continuativo, effettivo, abituale e prevalente.
I sei requisiti richiesti, da possedere contemporaneamente, sono i seguenti:
– possedere una partita Iva attiva o far parte di una società o associazione professionale che abbia partita Iva attiva;
– avere l’uso di spazi e almeno un’utenza telefonica, a dimostrazione dello svolgimento dell’attività professionale. E’ possibile anche essere in associazione professionale, o in associazione di studio con altri colleghi, o anche in condivisione con altri avvocati;
– aver trattato almeno cinque casi l’anno (sia attività giudiziale che stragiudiziale), anche se l’incarico è stato conferito da altro professionista;
– essere titolare di una pec (indirizzo di posta elettronica certificata), comunicato al consiglio dell’ordine;
– aver assolto gli obblighi di aggiornamento professionale;
– aver stipulato una polizza assicurativa a copertura della responsabilità civile derivante dall’esercizio della professione.
Concluso l’iter parlamentare, a pronunciarsi sarà il ministro di Grazia e Giustizia.
Si tratta di una grande novità in campo forense che riguarda soprattutto gli avvocati che non esercitano continuativamente la professione e potrebbero così vedersi esclusi dall’albo, nonostante l’accesso alla professione avvenuto con il superamento dell’esame di stato.
Uno dei sei requisiti formulati dalla commissione giustizia della Camera è facilmente ottenibile decidendo di portare la propria attività professionale all’interno di i-Work in Rome. Si tratta del punto n. 2, vale a dire avere l’uso di spazi ed almeno un’utenza telefonica propria, che attesti lo svolgimento dell’attività. i-Work in Rome dedica ai Principi del Foro una proposta ad hoc, che prevede una postazione, la domiciliazione legale in sede prestigiosa, la digitalizzazione dell’archivio e dei documenti, una segreteria per adempimenti presso cancellerie e uffici giudiziari, utilizzo sala riunioni e conferenze, oltre ad una serie di servizi accessori utili per vivere senza pensieri anche le giornate di udienza nella Capitale.